lunedì 22 settembre 2014

Calabrisella mia!

“Calabrisella mia, calabrisella mia,
calabrisella mia, facimmu ammore.
Trallallalleru llalleru llallà
sta calabrisella muriri mi fa.”

(Canzone popolare calabrese, probabilmente la più famosa del panorama musicale tradizionale della Calabria)

Foto di Dattilo Valentina
In piazza San Domenico, incastonato tra il Teatro Umberto e il corso Numistrano di Lamezia, ha sfilato, su un piccolo ma perfetto palco, un gruppo di giovani ragazze, bambine e di donne. Hanno sfilato per una delle più interessanti e simpatiche iniziative della Calabria: Miss Calabrisella, ideata dalla Pro Loco di Vallefiorita dove la kermesse è nata e trasformata in rassegna itinerante dall'Unpli provinciale di Catanzaro. Presentato da Massimo Mercuri e Luisa Vaccaro, non è stato uno dei tanti concorsi per ragazze, ma un concorso di bellezza della tradizione, dei ricordi del passato, della storia delle donne che hanno vissuto prima di noi, nostre nonne e bisnonne, della nostra cultura e lo hanno fatto indossando il costume tipico del paese di origine, il costume da “Pacchiana”. 

Foto di Dattilo Valentina

Foto di Dattilo Valentina
Il costume da “Pacchiana” però non è uguale in tutti i paesi, ma in ogni comunità presenta delle varianti. Il costume delle pacchiane di Nicastro consiste in un panno rosso intorno alla vita e sopra una gonna lunga con ricca plissettatura raccolta e legata dietro in modo da formare una coda, una camicetta bianca con maniche corte e larghe. La cosa davvero interessante è che i vari pezzi che compongono l’abito delle pacchiane calabresi hanno una simbologia sia nei colori adottati, sia nella scelta e lavorazione della stoffa utilizzata, ad esempio alcuni abiti prevedevano anche un corpetto di velluto arabescato e un copricapo in lino ”u ritùartu“ che si allunga sino alle spalle, chiamato anche “maccaturu”. Tutto il vestito, in ogni sua parte, era simbolo  dello stato sociale della donna che lo indossava. Sempre a Nicastro il costume da ‘pacchiana’ veniva indossato per la prima volta intorno ai 15 anni e segnava il passaggio dalla adolescenza alla giovinezza. Il rito, con la partecipazione di parenti ed amici, non avveniva in un giorno qualunque dell’anno bensì  in occasione di una festa importante come quella del patrono della città S. Antonio (il 13 giugno)  oppure a Natale o a Pasqua. La “Pacchiana” esprimeva il proprio status civile anche attraverso il colore del capo principale del vestito, “u pannu”, colore che variava in base al paese. Così in alcuni il verde viene indossato dalle nubili, il rosso dalle coniugate, mentre il nero è il colore del “panno” delle vedove.

Pacchiana di Nicastro... oggi. Foto di Dattilo Valentina
La sfilata organizzata dalla Pro Loco lametina guidata da Giusy Ruberto, ha visto sfilare ben ventotto miss provenienti da tutta la regione.

Foto di Dattilo Valentina
Foto di Dattilo Valentina
Sono stati tanti gli abiti visti ed ammirati, alcuni molto particolari persino con influenze estere ed altri tipici della nostra tradizione di pescatori, contadini ma anche nobili, portati dalle giovani sfidanti con molta disinvoltura ed orgoglio. Una sfilata all’insegna della diversità calabrese: da Tiriolo a Bagnara, da Gizzeria a Conflenti, da Platania a Miglierina, da Vena di Maida a Isola di Capo Rizzuto.

Foto di Dattilo Valentina

Foto di Dattilo Valentina
Mentre camminavano sulla passerella sembravano davvero donne di altri tempi.

Foto di Dattilo Valentina

Foto di Dattilo Valentina
A conquistare il titolo di “Miss Calabrisella 2014” è stata proprio una ragazza, Maria Teresa Torchia, di Vena di Maida che indossava un costume della tradizione di contaminazione albanese, al secondo posto Carmen Bagnato di Bagnara Calabra, terza classificata Ivana Mercuri che ha rappresentato Simeri Crichi. Inoltre le miss che si sono classificate nelle prime dodici avranno un’intera pagina nel calendario dell’Unpli del 2015. A premiare le miss vincitrici, il presidente delle Pro Loco calabresi (Unpli) Vincenzo Ruberto, la presidente lametina Giusy Ruberto e Tonino De Filippo, presidente della Pro Loco di Vallefiorita. Tra i premianti anche Milena Liotta, assessore del Comune di Lamezia e presidente della giuria, che ha ringraziato l’Unpli per aver scelto la città della Piana come sede della finale di Miss Calabrisella.

Foto dal web
Sono stata ben felice di sentire che “l’auspicio dell’Unpli è che, il prossimo anno, la manifestazione diventi nazionale in modo che tutta l’Italia possa ammirare, nella bellezza dei nostri costumi tipici, la ricchezza e la ricercatezza della nostra tradizione”.
Ricordo ancora quando da bambina vedevo queste vecchie signore vestite da pacchiane e non facevo altro che chiedermi come facessero ad indossare quegli abiti così complicati per me e a portalo così bene. Oggi purtroppo in giro per la città non ne vedo quasi più, ma so che in molte vecchie case c’è un tesoro come quello, magari in fondo ad un baule di ricordi.

Dattilo Valentina