“Calabrisella mia, calabrisella mia,
calabrisella mia, facimmu
ammore.
Trallallalleru llalleru llallà
sta calabrisella muriri mi fa.”
(Canzone popolare calabrese, probabilmente la più famosa del panorama musicale tradizionale della
Calabria)
Foto di Dattilo Valentina |
In piazza San
Domenico, incastonato tra il Teatro Umberto e il corso Numistrano di Lamezia, ha
sfilato, su un piccolo ma perfetto palco, un gruppo di giovani ragazze, bambine
e di donne. Hanno sfilato per una delle più interessanti e simpatiche
iniziative della Calabria: Miss Calabrisella, ideata dalla Pro Loco di
Vallefiorita dove la kermesse è nata e trasformata in rassegna
itinerante dall'Unpli provinciale di Catanzaro. Presentato da
Massimo Mercuri e Luisa Vaccaro, non è stato uno dei tanti concorsi per
ragazze, ma un concorso di bellezza della tradizione, dei ricordi del passato,
della storia delle donne che hanno vissuto prima di noi, nostre nonne e bisnonne,
della nostra cultura e lo hanno fatto indossando il costume tipico del paese di
origine, il costume da “Pacchiana”.
Foto di Dattilo Valentina |
Foto di Dattilo Valentina |
Il costume da “Pacchiana”
però non è uguale in tutti i paesi, ma in ogni comunità presenta delle
varianti. Il costume delle pacchiane di Nicastro consiste in un panno rosso
intorno alla vita e sopra una gonna lunga con ricca plissettatura raccolta e
legata dietro in modo da formare una coda, una camicetta bianca con maniche
corte e larghe. La cosa davvero interessante è che i vari pezzi che compongono
l’abito delle pacchiane calabresi hanno una simbologia sia nei colori adottati,
sia nella scelta e lavorazione della stoffa utilizzata, ad esempio alcuni abiti
prevedevano anche un corpetto di velluto arabescato e un copricapo in lino ”u
ritùartu“ che si allunga sino alle spalle, chiamato anche “maccaturu”. Tutto il
vestito, in ogni sua parte, era simbolo dello stato sociale della donna che lo
indossava. Sempre a Nicastro il costume da ‘pacchiana’ veniva indossato per la
prima volta intorno ai 15 anni e segnava il passaggio dalla adolescenza alla
giovinezza. Il rito, con la partecipazione di parenti ed amici, non avveniva in
un giorno qualunque dell’anno bensì in
occasione di una festa importante come quella del patrono della città S.
Antonio (il 13 giugno) oppure a Natale o
a Pasqua. La “Pacchiana” esprimeva il proprio status civile anche attraverso il
colore del capo principale del vestito, “u pannu”, colore che variava in base
al paese. Così in alcuni il verde viene indossato dalle nubili, il rosso dalle
coniugate, mentre il nero è il colore del “panno” delle vedove.
Pacchiana di Nicastro... oggi. Foto di Dattilo Valentina |
La sfilata organizzata
dalla Pro Loco lametina guidata da Giusy Ruberto, ha visto sfilare ben ventotto
miss provenienti da tutta la regione.
Foto di Dattilo Valentina |
Foto di Dattilo Valentina |
Sono stati tanti gli
abiti visti ed ammirati, alcuni molto particolari persino con influenze estere ed altri tipici della nostra tradizione di pescatori,
contadini ma anche nobili, portati dalle giovani sfidanti con molta
disinvoltura ed orgoglio. Una sfilata all’insegna della diversità calabrese: da
Tiriolo a Bagnara, da Gizzeria a Conflenti, da Platania a Miglierina, da Vena di
Maida a Isola di Capo Rizzuto.
Foto di Dattilo Valentina |
Foto di Dattilo Valentina |
Mentre camminavano
sulla passerella sembravano davvero donne di altri tempi.
Foto di Dattilo Valentina |
Foto di Dattilo Valentina |
A conquistare il
titolo di “Miss Calabrisella 2014” è stata proprio una ragazza, Maria Teresa Torchia, di Vena
di Maida che indossava un costume della tradizione di contaminazione albanese, al secondo posto
Carmen Bagnato di Bagnara Calabra, terza classificata Ivana Mercuri che ha
rappresentato Simeri Crichi. Inoltre le miss che si sono classificate nelle
prime dodici avranno un’intera pagina nel calendario dell’Unpli del 2015. A
premiare le miss vincitrici, il presidente delle Pro Loco calabresi (Unpli)
Vincenzo Ruberto, la presidente lametina Giusy Ruberto e Tonino De Filippo,
presidente della Pro Loco di Vallefiorita. Tra i premianti anche Milena Liotta,
assessore del Comune di Lamezia e presidente della giuria, che ha ringraziato
l’Unpli per aver scelto la città della Piana come sede della finale di Miss
Calabrisella.
Foto dal web |
Sono stata ben felice
di sentire che “l’auspicio dell’Unpli è che, il prossimo anno, la
manifestazione diventi nazionale in modo che tutta l’Italia possa ammirare,
nella bellezza dei nostri costumi tipici, la ricchezza e la ricercatezza della
nostra tradizione”.
Ricordo ancora quando
da bambina vedevo queste vecchie signore vestite da pacchiane e non facevo
altro che chiedermi come facessero ad indossare quegli abiti così complicati
per me e a portalo così bene. Oggi purtroppo in giro per la città non ne vedo
quasi più, ma so che in molte vecchie case c’è un tesoro come quello, magari in
fondo ad un baule di ricordi.
Dattilo Valentina