lunedì 26 agosto 2013

Pensieri di (quasi) fine estate...

Foto di Natalia Raffaele

Ormai l’estate è quasi agli sgoccioli e lascia già il posto ad una leggera malinconia, soprattutto per chi, come me, ha il mare “ a portata di mano”. Bastano pochi chilometri per trovare spiagge pubbliche, lidi e mare cristallino. Il mare limpido che mi trovo davanti mi fa subito venir voglia di indossare la maschera e di immergermi in quel tesoro che ruba il colore del cielo con il quale si confonde, di nuotare tra i tanti pesci e di esplorare il fondale alla ricerca di qualcosa di interessante, come facevo da bambina con mio padre. Mia sorella ed io lo seguivamo ammirate durante le sue battute di pesca subacquea, mentre era intento a guardarsi intorno e ad indicarci le tane dei polpi, per poi tornare a riva con il lauto bottino.
La spiaggia man mano si riempie e si sentono le voci cariche di entusiasmo dei bambini che vogliono subito giocare indossando i loro braccioli , segue la voce profonda del signore che passa gridando “ciambelle”. Poco dopo ci sarà una distesa di ombrelloni colorati.


Foto di Dattilo Valentina

Quando si alza il vento basta alzare lo sguardo per vedere le coloratissime vele dei tanti kitesurf che affollano il mare con le loro acrobazie attirando gli sguardi dei più curiosi, ma certamente uno degli spettacoli che non si può perdere quando si sta in spiaggia è il tramonto. Una meraviglia, ogni volta diverso ed ogni volta sembra di stare a guardare una cartolina, ma sei davvero lì a goderti quella visione e a pensare che quello verso il mare è un vero e proprio amore. 

Foto di Dattilo Valentina

Dattilo Valentina. 

venerdì 23 agosto 2013

Viarella Sulagna

L’amore può rimare la lontananza e l’attesa,
Il ricordo, una fugace presenza, e la reale assenza…



foto di M. Claudia Leone

Tu viarella sulagna sulagna,
si' 'mprascata re pampine e juri,
te si' mmisa a 'nna parte scusagna,
si' ffatta apposta ppe' ffare l'amuri.


Quantu coppie re giùmini amanti
tu, viarella, ha' virutu rringìre,
chi 'mmiscavamu vasuni ccu' cchjanti
e spesse vote l'ha' visti rirìre!

Puru io cca' signu venutu,
ccu' cchillu ch'era llu primu mio bene,
mo' chillu bbene luntanu è ppartutu
er io sulu nne suoffru le pene.

Si nn'è jutu a 'nna parte luntanu
e fforse, forse è scordatu re mio,
io me suonnu e 'ntr'o suonnu lu chjamu:
-Torna, amuri, cà muoru ppe' ttio!-

Quantu vote a mmio rrittu abbrazzatu
tu tremannu 'ssa vucca vasave,
mo' luntanu re mio si' scordatu:
runn' è l'amuri chi tu me jurave?

Torna, torna, cà io t'haju allatu,
senza' e tio 'um puozzu campare,
si 'un tuorni, io muoru rannatu
e allu 'mpiernu io vaju a ppenare.


Pasquale Spina


Conoscevo Pasquale Spina (o come dicevano i miei Zu’ Pasquale), era un buon amico di famiglia; quando morì avrò avuto più o meno 3 anni, e miei primi ricordi risalgono proprio a quel periodo. Veniva spesso al negozio di mia madre e si divertiva a giocare con me: “Ahi, come pungi! E tagliati la barba che sei ancora piccola! … La vuoi la caramella?”. Ricordo ancora la sua schiena china, al di là della vetrina, scherzando come in un gioco di specchi. Pasquale poeta, pescatore, personaggio attivo politicamente e frassiaru.  




Mio padre racconta spesso delle giornate in sua compagnia, sulla riva dei fiumi, e della sua paterna umiltà, e dice: “Ha cantato la sua terra, in egual modo la bellezza dei suoi pini e gli occhi neri dei ‘lupi’”.

"Viarella Sulagna" è sicuramente, tra le sue poesie, la più conosciuta, perché molto vicina a un grande problema: l'emigrazione. 
Si partiva, con un fagotto e un amore alle spalle... si ritornava o... si lasciava per sempre il proprio passato, e ciò che rimaneva erano i ricordi di quella "viarella" così perfettamente stretta da contenere soltanto i sospiri di due innamorati. 



Maria Claudia Leone




giovedì 22 agosto 2013

Punti di vista

Foto di Dattilo Valentina

E' quasi strano notare come un niente basti a cambiare il punto di vista sulle cose. La semplice vista da una finestra, per esempio.
Basta volgere lo sguardo fuori e guardare il panorama per vedere il Castello Normanno, che domina la città, e le case intorno che quasi fanno capolino dalle nuvole che promettono di rinfrescare l'aria estiva. 

Foto di Dattilo Valentina

Da una diversa prospettiva, invece, potremmo trovarci di fronte i colori accesi di un tramonto che si fanno spazio tra i palazzi della città.

Particolare della fontana "alle palme" - foto di Dattilo Valentina

Un acquazzone estivo dopo, mi ritrovo a passeggiare in buona compagnia per le strade di Nicastro e ripercorro le vie di sempre, quelle più familiari per me… e non solo. Passo per il corso Giovanni Nicotera, i cui alberi offrono ombra sotto la quale poter trovare un po’ di frescura dal sole che si fa di nuovo insistente ed arrivo fino all’isola pedonale che chiamiamo semplicemente  “le palme”: un punto di ritrovo per i bambini che giocano e corrono qua e là, per i ragazzi che passeggiano guardando le vetrine e per i più anziani che, ai piedi di una delle tante palme, si siedono con i loro compagni di chiacchiere.

Foto di Dattilo Valentina

Foto di Dattilo Valentina

Solo pochi passi più avanti troviamo “la madonnina” , chiamata così proprio perché su un'alta colonna, innalzata negli anni Sessanta del Novecento, poggia la statua della Madonnina. La colonna reca anche una lastra in marmo su cui campeggia un'iscrizione commemorativa della data di realizzazione. Circondata da vari locali e negozi rappresenta un altro punto di incontro nel pieno centro della nostra città e che dall'alto della sua colonna ci ha visti crescere. Poco più in là ecco il Teatro Umberto, sede di varie iniziative, tra cui la recente XII edizione di Cinema e Cinema.

Cinema Teatro Umberto - foto di Dattilo Valentina


…e poi il suono di un pianoforte da una finestra.


Dattilo Valentina



sabato 17 agosto 2013

Un 'incontro'-Saverio Marra

In un pomeriggio assolato e assonato d'agosto, per rimediare alla folla di sbadigli che dirigevano un forzato studio su sudate carte, ho deciso di concedermi una piccola passeggiata. Scese le scale di casa, decido che la mia bussola punti verso sud: quattro passi nel centro storico. 

Abbacinanti raggi di sole indicano la strada che già conosco, le campane, in lontananza, suonano le 15:00 e ancora avverto il suono acciottolante dei piatti di un pranzo forse abbondante e lungo. 



Seduta alla solita panchina (la mia preferita), rannicchiata in ricordi d’infanzia, in quel luogo dove qualche tempo fa si giocava a palla,  mi lascio incantare dai giochi di luce della fontana di fronte. Sfumata la nostalgia, ritorno al presente, e noto la porticina del Museo Demologico spalancata. Da sempre il Museo ospita le foto di un importante fotografo sangiovannese Saverio Marra.






Volti di un passato ormai lontano, eternati in ritratti di un paese che racconta la propria guerra, quella contro la fame e le ingiustizie del suo tempo. Sorrisi appena accennati, sguardi seri e volti di bambini spaventati dallo strano occhio dell'obiettivo…










Una San Giovanni inedita, per me figlia degli anni ’90. E allora rifletto… sono stata davvero fortunata, quella vita in “bianco e nero” è così lontana dall'opulenza odierna, e mi domando: chissà quali pensieri, quali desideri o quali dubbi l’obiettivo della macchina ha nascosto, ha trattenuto nei propri ingranaggi mantenendo come un segreto con quelle facce, con quelle vite, ormai passate, ma eternate in un secondo in un “clic”.



"Signorina, il Museo continua su..."- la signora all'ingresso, mi ricorda che al piano superiore c'è altro da vedere...
Un altro angolo di passato... 








Maria Claudia Leone

sabato 10 agosto 2013

Calabria terra d’amuri

Sole, mare e tanto verde. Questo blog nasce dall'incontro di due giovani studentesse universitarie accomunate dalla stessa passione per la propria terra. In un tour di colori, sapori, tradizioni e bellezze paesaggistiche vogliamo instillare, in voi lettori, l’iridescente goccia che ha colorato i nostri occhi di tanta bellezza. Questo nostro lavoro vogliamo dedicarlo al poeta Franco Costabile e a chi, come lui, ha amato la nostra meravigliosa regione.   



“C’è pace
vita chiara
di donne di bambini
di carri tirati dai buoi
e a sera, quando ai balconi
c’è un sonno di garofani,
due stelle bizantine
s’affittano una stanza
nel cielo della piazza.”

Franco Costabile, Sonno di Garofani.